Il suono di mille silenzi

A distanza di, boh, un bel po’, torno a presentarvi un libro.
Mi scuso con gli assidui lettori (Quali? Beh se mai ce ne fossero…) per la lunga assenza, ma, sapete, la libertà rende pigri e così mentre durante la stesura della tesi gli articoli si susseguivano a ritmi da blogger di professione, ora che i giochi sono fatti sono stata risucchiata nel vortice del riposo assoluto. Ma oggi sono rinsavita, almeno un po’, e mi faccio perdonare con un signor libro: Il suono di mille silenzi, di Emma La Spina.

il suono di mille silenzi

 La storia narrata consiste nel racconto autobiografico dell’autrice Emma La Spina, che da bambina fu abbandonata dalla madre e affidata ad un istituto che la priverà della spensieratezza dell’infanzia.

Mi sento in dovere di avvertirvi che è un libro davvero pesante, anche se scorrevole e senza dubbio classificabile come un “bel libro”. Ma la verità spesso è difficile da comprendere e sapere che non molti anni fa questa era la realtà dei collegi e di tanti bambini come Emma lascia inevitabilmente un senso di incredulità e tristezza, o come si suol dire l’amaro in bocca.

“E’ il primo giorno di scuola. «Come ti chiami?» chiede l’insegnante. «Emma» rispondo. «E poi?» E poi cosa? Non capisco. Resto muta. Le altre bambine ridono, prima sommessamente, poi fragorosamente. L’insegnante prende a scorrere il registro. Va per esclusione. «Forse sei questa: La Spina» dice. E’ così che conosco il mio cognome.”

L’autrice stessa racconta la nascita del suo libro:

“Ho scritto spinta da un autentico bisogno interiore. Le mie vicende, e quelle delle mie compagne di sventura, sembrerebbero accadute in un passato lontanissimo, oppure in paesi remoti e imperscrutabili, e invece non è così. Possono sembrare invenzioni, eppure è tutto terribilmente vero. Ho cambiato i nomi dei personaggi, quasi tutti ancora viventi. Solo il mio nome non ho cambiato, il nome che mi fu imposto. Quel nome è la bandiera della mia sofferenza e della mia riscossa. Ho scritto tutto questo per spalancare le porte per troppo tempo rimaste chiuse, per illuminare camere buie, per far crollare muri cementati con l’indifferenza e l’ipocrisia. Ma soprattutto, ho scritto tutto questo perché non sono mai riuscita a urlarlo prima. Sono una delle mille bambine in silenzio nelle grandi stanze di un istituto.”

E questa è la trama del libro:

“Sua madre, una donna fredda e dura, che lei ha visto sono in rare occasioni, ha partorito e abbandonato undici figli. Emma è la decima. Trascorre la sua infanzia in collegio, un luogo di deprivazione e di autentico terrore. La vita delle bambine è completamente contingentata e del tutto priva di amore, di un qualsiasi gesto di affetto. Alle punizioni corporali si aggiungono più sottili tormenti e vessazioni psicologiche. Nell’istituto – i famigerati collegi menzionati come spauracchio a generazioni di bambini – le bimbe non hanno alcun contatto con l’esterno. Sono mille silenzi.”

Forse non proprio una lettura da spiaggia, ma in fondo se il tempo continua così ne vedrete ben poca, quindi tanto vale per una volta aprire gli occhi e aprire questo libro per guardare in faccia la realtà di un tempo, o almeno si spererebbe “di un tempo”…

A questo libro ne segue un altro che racconta la storia di Emma una volta uscita dall’istituto, di questo parlerò prossimamente.

Anima.

Link:
Emma La Spina
Il suono di mille silenzi su Feltrinelli

7 pensieri riguardo “Il suono di mille silenzi”

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